Abbinamento vino e formaggio: tutti i consigli

Vino e formaggio rappresentano una perfetta combinazione delle specialità più tipiche dell’Italia, esportati all’estero come simbolo dell’eccellenza gastronomica del nostro Paese e protagonisti di esperienze di degustazioni. L’abbinamento vino e formaggio deve essere accorto e attento poiché, data la grandissima varietà di entrambi i prodotti, è più facile commettere errori.

Dunque, che vino abbinare a un tagliere di formaggi? Esistono delle regole su come abbinare i formaggi al vino? Più che di regole è opportuno parlare di criteri da seguire per abbinare vino e formaggi:

  • ad esempio, si può scegliere di seguire un abbinamento per territorialità, ossia accompagnando formaggi tipici di una regione con i migliori vini dello stesso territorio;

  • in alternativa si può optare scegliendo l’abbinamento per contrasto, basato sull’equilibrio tra sapidità, grassezze e dolcezza sia del vino che del formaggio;

  • oppure l’abbinamento per armonia, basato sull’accostamento della stagionatura o della durezza del formaggio alla struttura del vino.

Come abbinare i formaggi al vino a partire dal tipo di formaggio

Innanzitutto, è fondamentale saper distinguere le diverse tipologie di formaggi. Non sono solo la provenienza del latte (di mucca, caprino o pecorino) e il metodo di lavorazione a conferire ai formaggi il gusto caratteristico ma anche la consistenza stessa del formaggio, che può quindi essere un fattore da prendere in considerazione per un corretto abbinamento tra vino e formaggio. Ecco, quindi, una catalogazione dei formaggi in base alla loro tipologia.

Formaggi a pasta molle

I formaggi a pasta molle, come lo Squacquerone, la Crescenza, lo Stracchino o il Gorgonzola, in genere molto cremosi, si abbinano molto bene ai vini bianchi di media struttura. Se il sapore del formaggio è più intenso, si può pensare anche all’abbinamento con vini affinati in legno, più strutturati e corposi e dalla forte carica aromatica.

Formaggi a pasta semidura

Anche per i formaggi a pasta semidura, come l’Asiago, l’Emmental o il Pecorino toscano, un vino bianco di media struttura è l’accompagnamento ideale. Se la stagionatura è leggermente più avanzata anche un rosso leggero può risultare un’ottima scelta per esaltare il gusto e la persistenza del formaggio.

Formaggi stagionati

Più lunga è la stagionatura del formaggio e più intenso deve essere il vino in abbinamento. Per formaggi di lunga stagionatura, come il Grana o il Parmigiano, è indicato un vino rosso corposo che sappia armonizzarsi con la persistenza e la sapidità dei formaggi stagionati. 

Formaggi a pasta filata

Nella categoria dei formaggi a pasta filata, tipici soprattutto dell’Italia centromeridionale, rientrano sia Mozzarella e Ricotta che Provoloni, Caciocavalli e Caciotte; di conseguenza è difficile fornire un’indicazione univoca su come abbinare questi formaggi al vino.

Un suggerimento utile è quello di affidarsi al criterio territoriale e scegliere quindi vini bianchi freschi e sapidi campani in accostamento a ricotta e mozzarella di bufala oppure vini bianchi toscani come il Vermentino in accostamento alla Caciotta della Lunigiana. 

Formaggi a crosta fiorita

Per i formaggi a crosta fiorita la scelta del vino è molto ampia: Brie e Camembert si accompagnano a vini bianchi e rossi di media struttura come quelli prodotti con il Sangiovese. I vini rossi da varietà Sangiovese, infatti, contraddistinti da un bouquet prezioso ed elegante, in cui le note fresche di fiori e frutti si fondono con quelle più intense della liquirizia e del tabacco, creano una perfetta armonia di sapori con i formaggi a crosta fiorita dal sapore deciso e variegato. La cremosità di questi formaggi viene esaltata dalla struttura ben bilanciata e persistente di un Brunello di Montalcino o di un Rosso di Montalcino.

Formaggi erborinati

L’abbinamento vino-formaggi erborinati, conosciuti anche come “formaggi blu”, è uno dei più complicati, poiché formaggi come il Gorgonzola o il Roquefort, sono dotati di un carattere deciso e pungente, che può spesso entrare in competizione con quello del vino. Inoltre, nelle degustazioni i formaggi erborinati sono spesso accompagnati da marmellate e confetture. Bisogna quindi tener conto dell’interezza delle portate quando si pensa a come abbinare i formaggi al vino. Si prediligono vini passiti, molto liquorosi, o vini bianchi aromatici affinati in legno, che con il loro bouquet intenso e inebriante accompagnano il gusto persistente dei formaggi blu.

I migliori vini Banfi da abbinare ai formaggi

Gli abbinamenti gastronomici sono il frutto di una scelta oculata e attenta, volta a bilanciare sapori, persistenze e corposità così da stupire il palato con combinazioni che valorizzano sia il vino che il formaggio. Tra i vini Banfi, ecco alcuni di quelli più consigliati per accompagnare i formaggi.

Vini rossi Banfi

Il Chianti Classico DOCG, un rosso d’eccellenza realizzato con le migliori varietà della zona del Chianti, esprime il meglio del suo carattere tipicamente toscano quando accompagna formaggi con cui condivide la territorialità e il carattere, come il pecorino toscano DOP. Il gusto sapido e la consistenza vellutata del Chianti esaltano il profumo intenso di questo formaggio di pecora.

Continuando con le eccellenze, per un abbinamento vino e formaggio perfetto è molto apprezzato quello tra il Rosso di Montalcino e il Parmigiano stagionato oltre 24 mesi. La struttura ampia di questo rosso, allo stesso tempo complessa e ben bilanciata, frutto della grande espressione varietale del Sangiovese, è l’ideale per accompagnare la sapidità del Parmigiano a lunga stagionatura e l’intensità del suo carattere.

Con un Parmigiano ancora più stagionato, oltre i 36 mesi, è invece consigliabile un abbinamento con il Brunello di Montalcino, una tra le eccellenze Banfi più apprezzate nel mondo, nato da varietà Sangiovese di pregiata qualità e frutto di studi decennali e innovazioni tecnologiche. La struttura ricca del Brunello e il suo grande potenziale olfattivo creano con il gusto sapido di questo formaggio un abbinamento ricco e deciso, altamente di classe, ideale per aperitivi sofisticati.

Vini bianchi Banfi

Il Fontanelle accompagna formaggi a pasta filata come la Burrata accarezzando il palato con una morbida armonia. Gli aromi fruttati tipici dello Chardonnay esaltano il gusto dolce della Burrata, mentre il finale persistente con note di vaniglia si sposa alla perfezione con il cuore tenero di questo formaggio.

Il San Angelo Pinot Grigio, ricco di profumi, è un vino da abbinare a formaggi dai profumi altrettanto ricchi, come quelli caprini. Inoltre, la buona acidità e sapidità di questo vino bilancia egregiamente la cremosità della Robiola o dello Stracchino di capra.

Vini passiti e spumanti

Come detto in precedenza, i formaggi erborinati, con il loro caleidoscopio di profumi e sapori necessitano di un vino che sappia tener testa all’esplosione di sensazioni olfattive e di gusto. In questi casi non c’è niente di meglio del Florus, 100% Moscadello di Montalcino che si contraddistingue per l’estrema varietà di profumi e aromi.

Infine, gli spumanti come il Tener Extra Dry si accompagnano ai formaggi di media e lunga stagionatura, sia come antipasto che come portata finale di un ricco pasto. Le bollicine creano un contrasto intrigante con la sapidità di formaggi come il Grana o il Parmigiano, contribuendo anche a sgrassare il palato, mentre la freschezza si bilancia con la sapidità.

Enoteca: significato e storia

Un’enoteca non è un semplice negozio di vini: scopri su banfi.it come si definisce e come riconoscerne una.

Enoteca: significato, storia e curiosità

Il mondo del vino è articolato e complesso: le figure professionali che ruotano intorno alla sua produzione e distribuzione sono molteplici così come sono diversi i luoghi legati a questo prodotto. A questo proposito, uno dei più interessanti, oltre a quello della cantina, è sicuramente l’enoteca, ovvero il luogo dove vengono conservate ed esposte le bottiglie di vino e spumanti destinate alla vendita o alla consumazione in loco durante possibili eventi di degustazione.
In questo approfondimento prenderemo in esame alcune curiosità legate alle enoteche, ad esempio perché si chiama così, cosa si vende in enoteca o come si chiama chi lavora in un’enoteca.

Etimologia di enoteca

Per rispondere alla prima domanda, ossia cosa significa enoteca e perché si chiama enoteca, è necessario partire dall’origine della parola. L’etimologia di “enoteca” deriva dall’unione di due parole di origine greca: “eno” – dal greco oinos (“vino”) – e “teca” – dal greco theke (“ripostiglio” o “deposito”). La parola “enoteca” significa quindi “ripostiglio o deposito del vino”.
Tuttavia, nonostante l’etimologia di “enoteca” faccia riferimento alla sola conservazione, nella lingua italiana indica anche il luogo dove le bottiglie vengono esposte per la vendita e per la degustazione.

Cosa si vende in enoteca?

Come anticipato, spesso in enoteca si organizzano degustazioni dei vini venduti accompagnati da prodotti tipici del territorio, contribuendo così al cosiddetto turismo enogastronomico. Presso le enoteche gli intenditori di vino hanno la possibilità di:

  • scoprire curiosità sui metodi di produzione;
  • ricevere informazioni su vitigni e uve selezionate;
  • degustare diverse tipologie di vino, spesso con l’accompagnamento di prodotti tipici;
  • acquistare i prodotti.

Le enoteche più rinomate sono inoltre spesso gestite da o in collaborazione con cantine e aziende vinicole. È ad esempio il caso dell’Enoteca Banfi a Montalcino dove vengono conservati, esposti e venduti i vini prodotti presso le nostre cantine. Non solo vini e spumanti, ma anche condimenti, olio e prodotti di gastronomia e artigianato locale, tra cui il pecorino locale e il prosciutto crudo toscano, da poter degustare anche presso il wine bar.

Oltre alle degustazioni, visitare l’Enoteca Banfi è una vera e propria immersione nel mondo del vino e delle tradizioni vinicole del passato. L’ambiente rustico ed elegante, con mobili in legno pregiato e botti originali, ricorda le botteghe toscane di una volta. La stessa enoteca si trova a ridosso delle volte del suggestivo Castello Banfi di Poggio alle Mura, una fortezza medievale splendidamente conservata e incastonata come un gioiello nel piccolo borgo di Poggio alle Mura.

A quando risalgono le prime enoteche?

Le enoteche più antiche risalgono al ‘400 e alcune vengono addirittura citate nelle opere di Torquato Tasso e Ludovico Ariosto. Già allora erano luoghi di accoglienza e di ospitalità, dove il piacere del buon vino si mescolava a quello del cibo.

Come si chiama chi lavora in un’enoteca?

Tra le diverse figure professionali che operano a livello professionale nel settore del vino non è facile individuare nello specifico chi sia o come si chiami chi lavora in un’enoteca. Questo accade perché l’enoteca è un sistema complesso, che abbraccia l’esperienza di conservazione, vendita e degustazione del vino.

Nella maggior parte dei casi, è presente presso l’enoteca un sommelier che si occupa di selezionare i vini più adatti alla degustazione per qualità e caratteristiche e fornisce consigli e suggerimenti ai consumatori.